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Scoperto per voi: “Ciotole d’Amore”

 

Articolo scritto da Eugenia Ferrari, inviata speciale a “Il Tempo delle Donne”.

La scorsa settimana, a Milano,  c’è stato “Il Tempo delle Donne”, la rassegna promossa dal Corriere della Sera che, da cinque anni, invita a incontri, riflessioni e approfondimenti sull’universo femminile.

Il tema di quest’anno è stato la ricerca della felicità.

Si poteva parlare di felicità senza coinvolgere anche  i cani e la loro straordinaria capacità di toccare le corde più profonde di noi umani?

Venerdì scorso, Mylandog era alla presentazione del libro “Ciotole d’amore” di Manuela Porta, scrittrice e giornalista.

Nel libro Manuela racconta le storie di tanti cani da utilità (Soccorso Alpino, Scuola Italiana di Salvataggio, Cani guida per i non vedenti e tanti altri), delle loro magiche avventure, del loro coraggio, altruismo e disponibilità nel prestare aiuto in tutte quelle situazioni dove l’uomo si trova in difficoltà.

Da questi racconti emerge tutta l’unicità del rapporto uomo-cane, un legame che da sempre li accompagna e che spesso può cambiare addirittura la vita.

Manuela è stata molto disponibile e ci ha fatto una dedica davvero speciale che vogliamo condividere con tutti voi. “A Mylandog. Grazie per essere stati con noi. Cane – uomo, un binomio che porta a vincere sempre. A presto, Manuela”

 

 

 

Bon bon “bon ton”

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Dolcetti, mini muffin per una coccola golosa, un fuori pasto leggero, naturale e tutto coccole per i nostri quattro zampe.  Ecco la ricetta presentata oggi da Laila Gelosa a #DogCity, la trasmissione che porta i cani alla radio, di Mylandog e Radio Reporter.

Ingredienti

  • 250 gr   farina integrale
  • 125 gr   gamberetti (o lardo o carne o pesce, la scelta in base a cosa piace di più al vostro cane)
  • 125 gr   ricotta o yogurt (opzionale)
  • 70 gr    zucchine
  • 2          uova
  • Olio q.b.

Procedimento

Preriscaldare il forno a 150°. Sbolllentare i gamberetti e le zucchine, precedentemente lavate e tagliate a rondelle. Tritare finemente gamberetti e zucchine e lasciare freddare.

Montare le uova con vigore fino a ottenere un composto chiaro e spumoso, cresciuto di volume.

Aggiungere la farina setacciata mescolando con movimenti dall’alto verso il basso velocemente.  A questo punto, unire il trito di gamberetti e zucchine e un filo d’olio, mescolando tutto con cura.

Mettere l’impasto in stampi da mini cake precedentemente unti con l’olio o imburrati.

Infornare a 150° per 30 minuti o fino a quando i bon bon risulteranno dorati.

E buon appetito alle codine che sventoleranno entusiaste per questo fuori pasto sano, semplice, buono.

Laila Gelosa è architetto, appassionata del suo lavoro, ma non meno del suo Golden Retriever, Martino. Proprio la vita con Martina ispira “ByMà”, il progetto che Laila ha pensato per il mondo dei cani e che unisce le sue due anima: l’architettura e l’amore per la cucina.

“ByMà”, dunque, è anche una linea gastronomica per cani. Bonbon, cupcake, biscotti, cookie, muffin, made in home made by hand. Materie prime solo naturali, cibi creati su misura delle esigenze del cane. Una cucina che nasce dal confronto continuo con veterinari nutrizionisti.

LEISHMANIOSI

Valeria

Appuntamento con Valeria Milani e gli approfondimenti sulla salute del cane. Si parla di una malattia molto temuta e, tuttavia, poco nota ai più: la leishmaniosi.

SCHEDA

Vettore: Phlebotomus Perniciosus  (chiamato anche flebotomo o pappatacio) , è un insetto molto più piccolo delle zanzare tanto da superare le zanzariere,  non fa rumore quando vola e la sua puntura non provoca dolore né lascia segni.

Agente eziologico: Leishmania Infantum , protozoo

Le aree maggiormente endemiche sono Liguria, Toscana, Sud Italia, isole ma si ritiene che sia ormai diffusa sistematicamente in tutta la nostra penisola.

La patologia si trasmette con il pasto di sangue ad opera del pappatacio e si può passare da un cane all’altro per via venerea (accoppiamento) , transplacentare ai feti, transmammaria ( con l’allattamento) o con trasfusioni.

LA MALATTIA

Si parla spesso di questa malattia e, a mio pararere, in maniera errata.

Tengo subito a precisare che i cani affetti da tale patologia non sono infettivi per l’uomo ma  è direttamente il flebotomo che può trasmettere la malattia e i soggetti maggiormente recettivi sono i bambini sotto i quattro anni e gli adulti immunodepressi.

Lo stesso vale per i cani: i soggetti immunodepressi sono i più sensibili ma perchè la malattia si sviluppi sono necessarie più punture ad opera di flebotomi infetti.

Vorrei aggiungere inoltre che i cani non sono il pasto preferito dei pappataci che predilige invece ratti e lepri.

La patologia non è più mortale, esistono in commercio numerosi farmaci che bloccano l’avanzare dell’infezione e permettono al cane di avere una vita sana e felice al nostro fianco.

È importante proteggere i nostri cani con antiparassitari cutanei ad effetto repellente. I principi attivi che ad oggi hanno ottenuto l’approvazione di efficacia dal Ministero della Salute e che dovete andare a cercare nel bugiardino delle confezioni degli antiparassitari sono :

– piretrina + piriproxifene (shampoo e spray)

– flumetrina + propoxur ( shampoo e spray)

– permetrina (shampoo e spray)

– permetrina + dinotefuran + piriproxifene ( shampoo e spray)

– deltametrina (collare)

– fipronil + permetrina + butidilidrossitoluene (spot-on)

– imidacloprid + permetrina  (spot-on)

Esiste in commercio anche un vaccino ma è stato dimostrato che non protegge in modo statisticamente significativo nonché sono state riscontrate numerose reazioni avverse di non lieve gravità. I risultati ottenuti non dimostrano una reale efficienza del farmaco poiché il cane vaccinato può comunque contrarre la malattia.

I flebotomi sono insetti notturni che prediligono ambienti caldi e umidi e non si spostano nell’ambiente per più di 200 metri. Una prevenzione sicuramente utile potrebbe dunque essere quella di non far dormire il cane in giardino d’estate di notte e, date le ridotte dimensioni del vettore in questione, utilizzare zanzariere con una trama inferiore a 1.5 mm

I sintomi maggiormente evidenti nonché tipici della patologia sono:

– croste e scaglie sulla cute della testa e del dorso

– IPERCHERATOSI (maggior produzione di cellule) del tartufo e dei cuscinetti plantari

– onicogrifosi ( crescita abnorme delle unghie)

– ALOPECIA PERIORBITALE

– formazioni nodulari

– pustole non infettive

– linfoadenomegalia: i linfonodi che si ingrossano sempre sono quelli poplitei e li potete trovare dietro la coscia del vostro cane; normalmente sono delle dimensioni dei noccioli di una ciliegia in un cane di media taglia

– epistassi

– poliartrite

È una malattia cronica poiché i sintomi si manifestano da 3 mesi a 7 anni dopo l’infezione a seconda del sistema immunitario del soggetto.

Se il vostro cane è sano seguite i piccoli suggerimenti riportati in questo articolo e fatevi consigliare dal vostro veterinario per ulteriori possibili accorgimenti.

Se invece siamo di fronte a un cane infetto, non lasciatevi spaventare, avete visto che non ci sono rischi di contagio per noi e che le aspettative di vita per lui, se lo si cura, sono le stesse di qualsiasi altro cane.

Per qualsiasi dubbio o approfondimento vi invito caldamente a recarvi dal vostro veterinario di fiducia.

Valeria Milani è laureanda alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, dove ha frequentato il modulo di specializzazione in parassitologia del Professore Claudio Genchi. I suoi studi sull’infestazione da endoparassiti nelle feci canine di Milano sono servite al Comune di Milano e alla Bayer per la realizzazione della campagna “Io porto il sacchetto”, durata di due anni, sulla sensibilizzazione alla raccolta delle feci. “Ho avuto la fortuna di nascere con una forte passione, l’amore per gli animali, e la possibilità di realizzarla. Spero che saprò rendermi utile nei vari appuntamenti settimanali per aiutarvi a prendervi cura al meglio del vostro migliore amico peloso.”

Dolce frolla delle feste

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A pochi giorni dal Natale, abbiamo pensato a mettere sotto l’albero anche una coccola golosa per i nostri amici a quattro zampe?

Direttamente da DogCity, la trasmissione che porta i cani alla radio di Mylandog e Radio Reporter, ecco la ricetta presentata da Laila Gelosa, per dei biscottini facili da fare, totalmente naturali, golosi ma leggeri, adatti per tutti i cani. E tanto buoni che potrete assaggiarli anche voi. Sempre se Fido sarà d’accordo.

Dolce frolla delle feste

Ingredienti

250 gr di farina di frumento integrale

150 gr di miele di acacia

1 stecca di vaniglia

75 gr di olio di semi di lino

75 gr di acqua o q.b.

Preparazione

Preriscaldare il forno a 150°. Aprire la stecca di vaniglia e prelevare i semi interni. Unire tutti gli ingredienti e impastare fino a ottenere una pasta non troppo elastica. Aggiungere, se necessario, acqua o farina per raggiungere la consistenza desiderata. Tirare l’impasto con un mattarello fino a ottenere un foglio di 1 cm di spessore. Coppare i biscotti con l’aiuto di uno stampino da frolla a vostro piacimento (un ossetto, per esempio). Disporre i biscotti ritagliati su una teglia rivestita con carta da forno e infornare a 150° per 30 minuti o fino a che i biscotti non risulteranno dorati.

 

Laila Gelosa è architetto, appassionata del suo lavoro, ma non meno del suo Golden Retriever, Martino. Proprio la vita con Martina ispira “ByMà”, il progetto che Laila ha pensato per il mondo dei cani e che unisce le sue due anima: l’architettura e l’amore per la cucina.

“ByMà”, dunque, è anche una linea gastronomica per cani. Bonbon, cupcake, biscotti, cookie, muffin, made in home made by hand. Materie prime solo naturali, cibi creati su misura delle esigenze del cane. Una cucina che nasce dal confronto continuo con veterinari nutrizionisti.

Questa è solo una storia (dicono)

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“Stupido nasone, mi manchi troppo.” Non è pudore quello che si sente nelle parole di Marina Morpurgo, è limatura, perché la parola levigata, lieve, fa risuonare i sentimenti più immensi. E i più difficili.

Il nasone è quello del Conte di Colico, al secolo Blasco, il Can de Agua che negli ultimi otto anni ha condiviso vita, casa, passeggiate, umori e battiti di cuore con Marina. Un incontro online.

“L’ho visto su Facebook, cercava adozione e io stavo cercando un cane che potesse fare compagnia a mia madre. Telefono, ma il cane è grande, troppo. Quegli occhi, però, continuavano ad apparire nella mia mente e ho capitolato.”

Inizia, così, un gioco di intrecci, di rimandi nel tempo e nello spazio, di coincidenze, fatto di gesti, atti e parole.

Sì, perché Blasco era nato, l’11 marzo 2008, a Gambassi, un piccolo paese vicino a Firenze, sconosciuto ai più. E a Gambassi, trovò rifugio e salvezza, nel 1943, la famiglia Bassani, con la giovane Cecilia, madre di Marina, in fuga dalle deportazioni che seguirono alle leggi razziali.

Memorie e Memoria. Basterebbe questo a scatenare l’urgenza di un racconto (al resto, pensa la vita). E questo racconto di incontri, famiglia, coincidenze e altra umana materia Marina lo scrive e lo pubblica, con il titolo “E’ solo un cane (dicono)”, edizioni Astoria. Un romanzo sul tema della perdita, ma anche sulla salvezza, sulle radici e sul ritrovarsi, sulle casualità e sulle risata come sentimento, sui paesaggi e su un cane.

Sì, il cane. Che cosa succede quando Blasco arriva a casa? “Conduciamo una vita assolutamente normale, io lavoro da casa, quindi, passiamo molto tempo insieme. Le uscite durante il giorno e, nel fine settimane, camminate in montagna. Blasco mi segue ovunque, è un gran fifone, ma caratterialmente un santo, totalmente refrattario al gioco, mi guardava come dire: cosa vuoi con la palina?”

Blasco, a un certo punto, si ammala, la diagnosi non perdona: osteosarcoma.

Blasco viene operato, un intervento complesso per la sostituzione del bacino con uno in titanio e l’amputazione di un arto. E’ un cane forte, esce benissimo dall’operazione. Inizia la chemio e il suo fisico risponde in modo eccellente. Blasco e Marina conquistano, con le terapie e una straordinaria determinazione, molti mesi di assoluto benessere e di straordinaria mobilità. “Abbiamo passeggiato insieme, davvero tanto, costretti a fermarci solo gli ultimi mesi.” E con l’arrivo della malattia di Blasco, Marina inizia a scrivere il romanzo.

Milano è troppo angusta e grigia per questa storia fatta di confini che si superano. Marina decide di trasferirsi a Colico, nei monti sopra il lago di Como. In quella dimensione con pochi muri ma immensa di verde, si sente a casa. Blasco conquista il blasone. E la parola.

Si erano conosciuti su Facebook e proprio il social network trasforma la loro storia in un racconto condiviso. “Scrivo alcuni post, racconto di Blasco, della sua malattia. C’è chi legge, chi commenta, chi chiede. Le persone partecipano e quasi spingono la tua mano a scrivere e scrivere ancora.” Marina è giornalista, autrice di libri anche per ragazzi, ha una penna leggera ma incisiva, dotata di intelligente ironia. Il muso nascosto da lunghi peli neri, l’atteggiamento pensoso e schivo, gli occhi di dolcezza profonda, Blasco è il protagonista parlante dei post di Marina. Racconta non la sua malattia, ma la relazione con l’infermiera bipede che gli è toccata in sorte, giocata sul filo di un affettuoso e divertente conflitto di interessi tra le pretese di maggiore “efficienza professionale”, attraverso appelli per la ricerca di nuovo personale qualificato, e il desiderio di accompagnarsi con attenzione, rispetto e tenerezza attraverso un passaggio di vita difficile. Usando una delle armi più potenti del cuore: la risata.

Il timido Conte di Colico raduna una corte che cresce giorno dopo giorno. “Abbiamo conosciuto tante persone, lungo questo cammino, e tante si sono conosciute tra loro. Ci hanno fatto compagnia, ma sono state anche di supporto concreto in molte occasioni.”

La corte del Conte di Colico oggi segue Marina negli appuntamenti nelle diverse città in cui sta presentando il suo libro, una vera piccola folla. E’ quello che accade quando si vive (solo) con un cane.

“Mia nonna Irma era di Ferrara” – scrive Marina sulla sua pagina Facebook – “E dalla casa della nonna Irma nessuno usciva affamato e nessuno usciva sconfortato. O poi! (con “O poi!” nella mia famiglia materna si chiudevano in modo tombale le discussioni: a un “o poi!” non c’era possibile replica):”

Marina ha imparato bene la lezione di nonna Irma.

Marina Morpurgo, “E’ solo un cane (dicono)”, Ed. Astoria
Per chi volesse incontrare Marina e il suo romanzo, l’appuntamento a Milano è per martedì 8 novembre alle ore 19, allo Spazio Myriam Volterra in corso Monforte 16.

Borrelliosi

Valeria

Terzo appuntamento con Valeria Milani sulla saluto del nostro cane.

Oggi inizierò a trattare alcune malattie portate dalla zecca, quella sorta di piccoli acari che possiamo trovare nelle campagne, soprattutto se praticate dalla pastorizia, e che risalendo il pelo del cane arrivano ad avvinghiarsi alla carne con piccoli fori per suggere sangue

In particolare, tratterò della Borrelliosi.

Vettore: zecca Ixodes Ricinus

Agente eziologico: Borrelia Burgdorferi (batterio)

Le zecche trasmettono il batterio mentre consumano il loro pasto di sangue.

a zecca può infettare anche l’uomo e la patologia in campo medico è conosciuta sotto il nome di “MALATTIA DI LYME”.

I sintomi che si manifestano sia nel cane che nell uomo sono molto generici:

– febbre alta,

– anoressia,

– apatia,

– ingrossamento dei linfonodi ( i potete sentire dietro l’angolo della mandibola; normali sono della dimensione di un nocciolino di ciliegia in un cane di taglia media),

– dolori articolari intermittenti con gonfiore locale e zoppia a uno o più arti che può diventare permanente.

Per cani e gatti esistono trattamenti periodici preventivi, che correttamente eseguiti, fanno sì che la zecca non riesca ad attaccarsi al cane. Nel casso, però, che ne venisse rivenuta una sul corpo del cane, occorre rimuoverla immediatamente con l’uso di pinzette per le sopracciglia., disinfettando successivamente la parte.

Solo in questa malattia, nel punto in cui la zecca si è nutrita, si forma un alone rossastro ben evidente con margini netti che perdura per qualche giorno e che purtroppo, se nell’uomo è evidente, nei nostri amici a quattro zampe è quasi impossibile notarlo per via del pelo quindi il mio consiglio resta sempre quello di portare il cane dal vostro veterinario di fiducia per un controllo in caso abbiate notato e rimosso una zecca sul suo corpo.

Valeria Milani è laureanda alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, dove ha frequentato il modulo di specializzazione in parassitologia del Professore Claudio Genchi. I suoi studi sull’infestazione da endoparassiti nelle feci canine di Milano sono servite al Comune di Milano e alla Bayer per la realizzazione della campagna “Io porto il sacchetto”, durata di due anni, sulla sensibilizzazione alla raccolta delle feci. “Ho avuto la fortuna di nascere con una forte passione, l’amore per gli animali, e la possibilità di realizzarla. Spero che saprò rendermi utile nei vari appuntamenti settimanali per aiutarvi a prendervi cura al meglio del vostro migliore amico peloso.”

Sì ai cani nei parchi, ma con galateo

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Riceviamo e condividiamo il contributo di Claudia Taccani, Responsabile Sportello Legale OIPA Italia (www.oipa.org).

L’ultimo ad essersi espresso, in ordine di tempo, è stato il giudice di pace di Lodi che ha accolto il ricorso della LAV, a seguito di una multa a un proprietario che aveva introdotto il cane nel parco pubblico cittadino, proprio durante una manifestazione della stessa LAV e Amici Animali Onlus.

Il giudice ha ricordato che «nella più recente giurisprudenza amministrativa si riporta a un indirizzo costante e consolidato il quale nega cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico ai provvedimenti che limitano la libertà di circolazione ai conduttori di cani» (procedimento civile n.1083 R.G.2016).

Altri giudici, in altre occasioni, si sono espressi nella stessa direzione prevedendo che il divieto assoluto sia sproporzionato ed eccessivamente limitativo della libertà di circolazione delle persone.

Capita ancora di imbattersi in parchi che vietano l’accesso ai nostri amici animali: bene, se presa in tempo, l’ordinanza può essere impugnata come pure l’eventuale contravvenzione.

Teniamo presente, tuttavia, che alla conquista della giusta libera circolazione di cani e proprietari nelle aree pubbliche corrisponde, per i proprietari, l’obbligo di tenere il cane al guinzaglio e raccogliere le relative deiezioni, avendo sempre a portata di mano paletta e apposti sacchetti.

Buona passeggiata a 6 zampe allora!

N.d.R.: Sabato 1 ottobre, a Lodi LAV  e l’Onorevole Maria Vittoria Brambilla hanno sfilato per le vie di Lodi per festeggiare il riconoscimento di questa importante libertà. Con loro anche Mylandog. Nella foto, un momento della manifestazione.

Salute del cane: speciale parassiti

Valeria

Secondo appuntamento con la rubrica di Valeria Milani sulla salute del nostro cane.

Oggi vi parlerò dell’ ERLICHIOSI CANINA

Si tratta di una malattia infettiva multisistemica provocata da batteri trasmessi ai nostri cani dalle zecche mentre consumano il loro pasto di sangue.
Esistono tre forme differenti con in comune questi sintomi:

– depressione

– febbre

– anoressia

– linfonodi ingrossati

– pallore delle mucose per anemia

– petecchie emorragiche ( piccoli travasi di sangue sulla cute)

– epistassi (sangue che fuoriesce dalle narici)

Cosa distingue invece le tre forme?

1°: “erlichiosi monocitaria

Zecca: rhipicephalus sanguineus (presente In tutta italia)

Batterio trasmesso: erlichia canis

Sintomo specifico: ARTRITE CON ARTICOLAZIONI GONFIE con conseguente difficoltà nella deambulazione e ad alzarsi dalla cuccia.

2°: ” anaplasmosi granulocitaria

zecca: ixodes ricinus (presente maggiormente nel nord italia)

Batterio trasmesso: anaplasma phagocytophilum

Sintomi sovrapponibili alla 1° ma più lievi e spesso associati a CONVULSIONI e ATASSIA.

3°: ” Anaplasmosi piastrinica

Zecca: rhipicephalus sanguineus e dermacentor reticulatus

Batterio trasmesso: anaplasma platys

Sintomi meno gravi della 1° e 2° ma si manifestano tipicamente a intervalli di 1-3 settimane.

ATTENZIONE!!!!!!

I SINTOMI SI MANIFESTANO SETTIMANE DOPO LA PUNTURA DI UNA ZECCA E POSSONO NON ESSERE CHIARI E LA MALATTIA È DIFFICILE DA CURARE QUINDI, IN CASO TROVASTE UNA ZECCA ATTACCATA ALLA CUTE DEL VOSTRO CANE, PORTATELO DAL VOSTRO VETERINARIO DI FIDUCIA PER ESAMI DEL SANGUE ACCURATI.

Valeria Milani è laureanda alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, dove ha frequentato il modulo di specializzazione in parassitologia del Professore Claudio Genchi. I suoi studi sull’infestazione da endoparassiti nelle feci canine di Milano sono servite al Comune di Milano e alla Bayer per la realizzazione della campagna “Io porto il sacchetto”, durata di due anni, sulla sensibilizzazione alla raccolta delle feci. “Ho avuto la fortuna di nascere con una forte passione, l’amore per gli animali, e la possibilità di realizzarla. Spero che saprò rendermi utile nei vari appuntamenti settimanali per aiutarvi a prendervi cura al meglio del vostro migliore amico peloso.”

Soccorrere un animale ferito è un dovere

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Riceviamo e condividiamo il contributo di Claudia Taccani, Responsabile sportello legale OIPA Italia ( http://www.oipa.org).

Durante l’estate, in particolare, il grande movimento delle auto che interessa le nostre città si sposta verso luoghi di solito meno battuti, immersi nella natura, dove gli animali sono abituati ad essere abitanti indisturbati.

Accade, allora, che per imprudenza degli animali stessi o per poca attenzione di chi guida si verifichino incidenti. Nell’impatto con la vettura, è certamente l’animale ad avere la peggio. E rimanere ferito.

Il Codice della Strada, prevede con l’art. 189, comma 9-bis che, l’utente della strada, in caso di incidente comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti, ha l’obbligo di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subìto il danno. Chiunque non ottempera agli obblighi di cui al periodo precedente è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 413 a euro 1.656.

 

La disattenzione alla guida può provocare danni agli animali trasportati, ai randagi o a specie autoctone.


Le persone coinvolte in un incidente con danno a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti devono porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. Chiunque non ottempera all’obbligo di cui al periodo precedente è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 83 a euro 331.

 

Si consiglia, nel caso in cui siamo testimoni di un episodio di mancato soccorso, di prendere targa e tipologia veicolo, fare foto e, soprattutto, avere testimoni per poter segnalare l’infrazione alla polizia locale.

Salute del cane: speciale parassiti

Valeria

Oggi, Valeria Milani inizia una collaborazione con il nostro blog.
Ci accompagnerà nel corso delle settimane con pillole di approfondimento sui parassiti che potrebbero aggredire i nostri cani, aiutandoci a identificare eventuali sintomatologie cui prestare attenzione, per intervenire prontamente su possibili patologie.

“Sappiamo tutti quanto sia importante la prevenzione contro i morsi di pulci e zecche poiché vettori di parassiti, ma conosciamo davvero quali malattie vengono trasmesse e quando è consigliabile portare i nostri amici a quattro zampe dal nostro veterinario di fiducia?

Oggi parliamo della PIROPLASMOSI CANINA

Vettore: zecca ( rhiphicephalus sanguineus, dermacentor reticolatus)
Parassita: babesia ( babesia canis canis, b. Canis vogeli, b.gibsoni )

Quando una zecca consuma il suo pasto di sangue, la babesia , protozoo unicellulare  penetra nei globuli rossi e li distrugge.

Che sintomi presenterà il nostro cane?
Febbre, dimagrimento, apatia, urine scure (marroni), mucose pallide.

Il nostro cane potrebbe avere la patologia in una forma molto acuta o in una a decorso cronico.  Eliminarla è possibile ma difficile, quindi ricordatevi sempre di proteggere i vostri cani con un prodotto specifico repellente per le zecche.

In commercio ce ne sono diversi, rivolgetevi al vostro veterinario di fiducia per scegliere quello più indicato.”

Valeria Milani è laureanda alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Milano, dove ha frequentato il modulo di specializzazione in parassitologia del Professore Claudio Genchi. I suoi studi sull’infestazione da endoparassiti nelle feci canine di Milano sono servite al Comune di Milano e alla Bayer per la realizzazione della campagna “Io porto il sacchetto”, durata di due anni, sulla sensibilizzazione alla raccolta delle feci. “Ho avuto la fortuna di nascere con una forte passione, l’amore per gli animali, e la possibilità di realizzarla. Spero che saprò rendermi utile nei vari appuntamenti settimanali per aiutarvi a prendervi cura al meglio del vostro migliore amico peloso.”